Vampiri nella storia e nell’arte

Chi pensa che Darkiss sia solo un’opera di fantasia forse non sa che uno dei principali poteri dei vampiri è proprio quello di far credere che non esistano. Eppure fin dagli albori dei tempi si è parlato di loro in qualche modo.

Vampiri nella storia e nell'arte

Già in epoca greca e romana si trova traccia di particolareggiati racconti sulle malefiche strigi, che si introducevano al capezzale dei morenti per succhiarne il sangue e divorarne la carne, riducendo i corpi a orride carcasse ricoperte di piaghe, macchie e croste purulente. Il loro arrivo era annunciato da canti lamentosi e allo stesso tempo supplichevoli, che servivano a far addormentare chi vegliava sui moribondi, per permettere alle strigi di compiere indisturbate il loro macabro banchetto.

Nel Medioevo – a proposito delle cosiddette morti bianche – sono circolate innumerevoli storie su spiriti e streghe che di notte si insinuavano nelle case per rubare le preziose anime dei neonati, lasciando nelle culle i corpicini senza vita, ma privi di ogni traccia di violenza.

I vampiri in epoca moderna

A partire dal diciottesimo secolo si è invece iniziato a diffondere in parte dell’Europa il termine vampiro per descrivere esseri diabolici che, a dispetto della morte, uscivano dalle tombe in cui erano stati sepolti e si aggiravano per cimiteri e rovine in cerca di vittime da dissanguare.

Mentre o ovest la diffusione della dottrina dell’illuminismo chiamava la ragione a trionfare sulla superstizione, a est l’arretratezza quasi feudale di certi scenari rurali permetteva a mostri spaventosi di infestare paesi e campagne, gettando nel panico intere popolazioni. Molti trascorrevano notti di terrore barricati in casa, pregando e facendo accorati scongiuri nell’attesa dell’alba.

Forza sovrumana e poteri eccezionali

Dotati di forza sovrumana e poteri eccezionali, i vampiri erano creature spaventose e apparentemente inarrestabili. Di giorno non sembrava fossero in grado di nuocere, ma al calar del sole diventavano i padroni del destino del mondo.

La capacità di trasformarsi in pipistrello, lupo o nebbia permetteva ai vampiri di coprire grandi distanze in poco tempo, allungando la loro mortale ombra nera su territori sconfinati. Con un semplice sguardo potevano piegare chiunque al loro volere, ipnotizzandolo e rendendolo capace di compiere le gesta più efferate.

La loro origine era sconosciuta o comunque incerta, si parlava di riti satanici e morti violente, ma presto fu chiaro che chi veniva morso e dissanguato da un vampiro dopo la morte sarebbe a sua volta divenuto un mostro succhia sangue e la sua anima sarebbe stata dannata per l’eternità.

Rimedi contro i vampiri

Trattandosi di creature infernali, temevano la croce e gli altri simboli sacri. Poi si scoprì che anche l’aglio, il biancospino, la rosa selvatica, l’argento, i corsi d’acqua li mettevano in difficoltà, mentre i raggi del sole potevano addirittura ucciderli, così come la decapitazione oppure un paletto infilato nel cuore.

Di giorno, qualcuno iniziò coraggiosamente ad andare in cerca della presenza dei vampiri, violando cripte e scoperchiando bare per estinguere con riti efferati quelle malefiche presenze. Furono effettivamente trovati cadaveri che, nonostante fossero stati seppelliti da settimane se non da mesi, mostravano ancora un ottimo (e inquietante) stato di conservazione. A qualcuno erano ricresciuti i capelli, alcuni avevano addirittura le labbra e il naso sporchi di sangue.

Dopo essersi rifiutati per molto tempo di prendere in considerazione la cosa, diversi scienziati tentarono di smontare il mito dei vampiri parlando di fenomeni perfettamente naturali, cavalcati e ingigantiti (se non deformati) dalla superstizione.

I vampiri nella letteratura

Col tempo però i vampiri presero possesso anche del moderno occidente, sviluppando una aneddotica sempre più vasta e diventando infine i protagonisti di opere letterarie che a volte giunsero pure a esaltare le loro mostruose imprese.

Il primo a scriverne, intorno al 1820, fu John William Polidori, nella novella The Vampire che inizialmente fu attribuita a Lord Byron, di cui Polidori era il medico curante. La storia verteva sull’inquietante Lord Ruthven, malvagio vampiro in incognito che per soddisfare la sete di sangue non esitava a travolgere e distruggere molta brava gente.

Il personaggio fu poi ripreso dallo scrittore francese Charles Nodier che gli dedicò un intero romanzo: Lord Ruthwen il Vampiro (cambiando nel cognome la v in w), una vicenda ancora più terrificante e ricca di particolari scabrosi, ambientata tra l’altro in Italia (almeno in buona parte).

Intorno alla metà dell’Ottocento si diffuse l’epopea di Varney il vampiro, grazie all’omonimo romanzo a puntate firmato da James Malcolm Rymer, il cui perfido protagonista si divertiva a perseguitare la famiglia Bannerworth, destinata anche a causa sua alla rovina.

Nel 1872 lo scrittore irlandese Joseph Sheridan Le Fanu scrisse un altro grande classico della narrativa vampiresca: il racconto Carmilla. La terribile storia narra le perfide gesta di una caleidoscopica e sensuale vampira, nota anche come Millarca Mircalla. Una creatura in grado di seminare ovunque morte e distruzione con il suo fascino irresistibile.

Se ve lo state chiedendo, sì: Carmilla, Millarca e Mircalla sono anche i nomi delle tre arcivampire di Darkiss 2.

Il vampiro più famoso: Dracula

Uscì invece nel 1897 quello che ancora oggi è il romanzo sui vampiri più famoso della storia, Dracula di Bram Stoker. Una pietra miliare dell’horror che, oltre a lanciare altri formidabili personaggi come l’intrepido avvocato Jonathan Harker, la voluttuosa Lucy Westenra, la fragile Mina Murray, il pazzo R. M. Renfield e il professor Abraham Van Helsing, ha consacrato i mostri succhia sangue nell’immaginario collettivo, dando la stura alla successiva, interminabile serie di imitazioni, rielaborazioni, omaggi che ha raggiunto anche l’ambito teatrale e poi quello cinematografico, spesso con eccellenti risultati.

I vampiri al cinema

Impossibile non citare, tra i film, il Nosferatu di Murnau, il Dracula di Tod Browning con Bela Lugosi, quelli della Hammer con Cristopher Lee e Peter Curshing. E poi Fright Night (di cui è stato recentemente fatto un remake), il sontuoso Dracula di Francis Ford Coppola, il bizzarro The Addiction di Abel Ferrrara e gli adattamenti di Intervista col vampiro di Anne Rice e Le notti di Salem di Stephen King, due formidabili romanzi horror. 

Nel 2014 il regista Gary Shore ha provato a raccontare l’origine del tenebroso mito con il film Dracula Told. Una pellicola avvincente, originale, ma forse un po’ troppo revisionista per il tema trattato.

I vampiri nei videogiochi

Il marchio di Dracula è finito anche su parecchi videogiochi, tra cui qualche avventura testuale molto famosa. Nel 1986 Rod Pike ne ha realizzata una assai truculenta per la CRL, con illustrazioni così tremende che hanno fatto guadagnare al gioco il divieto ai minori di 14 anni. Grosso successo ha avuto anche The Count di Scott Adams, che aveva la particolarità di fare uso del tempo. L’azione all’interno del castello di Dracula era spalmata su più giorni, al termine dei quali il giocatore veniva vampirizzato.

In Italia, è uscita per Commodore 64 La leggenda di Aralm (sottotitolo: Nosferatu) scritta dal fantomatico Wyz the Wizard (autore a tutt’oggi sconosciuto). Un gioco che ha trovato soluzione solo nel 2014, a quasi trent’anni dalla sua pubblicazione. Come in Darkiss, si impersona un malefico vampiro. Il mostro esce di notte per andare a caccia e deve evitare trappole e ostacoli di ogni tipo, tra cui un cacciatore di vampiri chiamato Blade.

Castle of Terror, l’avventura “impossibile”

Un’altra avventura testuale famosa per il finale sfuggente è Castle of Terror. Il gioco, realizzato dalla Beam Software nel 1984, fu distribuito dalla Melbourne House, la software house australiana nota per The Hobbit. Anche in questo caso si discute da decenni sulla apparente impossibilità di uccidere il vampiro nell’ultima scena del gioco. Intervistato dai fan, l’autore Grahame Willis ha detto che non si tratta di un bug, ma di un modo per rendere più originale l’avventura e “far divertire” i giocatori. 

Da riscoprire anche Il Castello del Vampiro, avventura italiana del 1990 scritta in GW Basic da un autore imprecisato. Il gioco propone una lotta contro il tempo per stanare il mostro succhia sangue prima che sia troppo tardi. Particolare curioso del gioco: l’arma per uccidere il vampiro è una grossa scheggia. Per trovarla bisogna distruggere un cesto di legno trovato nella cucina del castello.

I vampiri nei librogame

I vampiri sono stati un ottimo spunto anche per i librogame che hanno invaso il mercato editoriale italiano a metà degli anni 80. In particolare, l’apprezzata serie Horror Classic di James Herbert Brennan ha esordito con Il Conte Dracula. La terrificante storia è ambientata nel castello del vampiro, tra mostri spaventosi e trabocchetti micidiali, con la possibilità di interpretare sia Dracula che Jonathan Harker. Nella serie dedicata ai personaggi e alle ambientazioni di Advanced Dungeons & Dragons è poi uscito Il signore di Ravenloft. Il librogame firmato da Jean Blashfield è dedicato alle malefiche gesta di un altro vampiro molto popolare, il conte Strahd Von Zarovich.

In un’altra famosa serie di libri-gioco, Scegli la tua avventura, pubblicata in Italia dalla Mondadori, è uscita l’avvincente storia horror di Tony Koltz Vampiro Express che narra della lotta del giovane protagonista e di suo zio Andrew contro il malefico conte Zoltan. Ambientata in Transilvania, la vicenda ruota intorno a un gioiello e a un quadro dotati di poteri magici in grado di sconfiggere il principe del male e la sua temibile compagna, la contessa Carmilla.

I vampiri nei fumetti

In Italia, ha avuto un buon riscontro di pubblico il fumetto Dampyr creato dall’autore Mauro Boselli per la Sergio Bonelli Editore. Una serie horror in cui il protagonista Harlan Draka, mezzo uomo e mezzo vampiro, combatte contro i temibili Maestri della Notte, una razza di spietati super vampiri che infesta il mondo e vuole soggiogare l’umanità. Oltre che editore, il compianto Sergio Bonelli è stato anche autore di alcune intriganti storie di vampiri, tutte firmate col celeberrimo pseudonimo Guido Nolitta. Le più note sono forse quelle appartenenti alla serie di Zagor, in cui lo spirito con lo scure si batte contro il malefico Bela Rakosi.

Anche altri due membri di spicco della casa editrice di Sergio Bonelli hanno avuto talvolta a che fare con mostri succhia sangue. In una delle sue prime indagini, pubblicata sugli albi 13 e 14, il detective dell’impossibile Martin Mystère ha affrontato l’ultra centenario Herman Strauss, che imperversava nella New York del ventesimo secolo sotto le false identità di Kaplan e Riad, due scrittori di romanzi horror sempre pronti a scambiarsi di posto per coprire le malefatte di Strauss. L’indagatore dell’incubo Dylan Dog, nella doppia avventura uscita sui numeri 180 e 181, ha invece fronteggiato l’arrivo a Londra dell’orrido Jargo, potente vampiro intenzionato a trasformare la capitale del Regno Unito in una sua “colonia”.

Inversione di tendenza

Negli ultimi anni  c’è stata una curiosa inversione di tendenza, che ha permesso ai vampiri di abbandonare la consueta aura di malvagità per diventare quasi degli eroi, come in TwilightTrue Blood, Moonlight e The Vampire Diaries, al servizio della salvezza dell’umanità. Un fattore che ha contribuito ad alimentare la loro già grande popolarità, con un bizzarro proliferare di richieste di informazione su Internet e altrove su come si possa diventare vampiri, per vivere (e amare) in eterno, e magari conquistare il cuore di Blade, Edward Cullen, Mick St. John, Bill Compton, dei fratelli Stefan e Damon Salvatore e di tutti gli altri mostri succhia sangue assurti a idoli delle folle.

All’alba del terzo millennio, in un’epoca più che mai scettica e tecnologica, i vampiri sembrano aver raggiunto uno dei loro scopi, cioè far credere di essere soltanto un parto della fervida fantasia di certi estrosi autori, senza nessun collegamento con la realtà.

Speriamo di non dover cambiare idea un giorno o l’altro.

Marco Vallarino